Domenica sera l’Associazione Antonio Vivaldi di Sapri ospiterà il concerto dei chitarristi Aniello Chierchia Vaccaro, Armando d’Esposito e Francesco Reale
Serata particolare quella offerta questa sera dall’Associazione Antonio Vivaldi di Sapri, presieduta dalle pianiste Alessandra Maresca e Mariacristina Branda. La chitarra è lo strumento di Vincenzo Zupi Castagno, uno dei fondatori di questa associazione e catalizzatore della musica nella perla del Golfo di Policastro, il quale ha invitato nell’auditorium di Via Kennedy, per le ore 19, il “Sorrento Guitar Trio”, composto da Aniello Chierchia Vaccaro, Armando d’Esposito e Francesco Reale, incontratisi proprio nelle aule del Conservatorio di Salerno. La duttilità con cui la chitarra si presta a far parte delle più svariate combinazioni strumentali, al di là dunque del suo eminente ruolo solistico, ha sempre più stimolato i compositori a sfruttarne le risorse tecniche ed espressive anche all'interno, pertanto, del colloquio "inter pares", ossia il duo, il trio, il quartetto, per arrivare all'ottetto e ad altre compagini chitarristiche. Il trio di chitarre si rivelerà qui in un'ampia panoramica di compositori rimasti affascinati da questo insieme, capace di offrire non solo un perfetto equilibrio sonoro, ma anche multiformi combinazioni d'intreccio dialogante.
Il programma che spazierà dal Barocco ai giorni nostri, verrà inaugurato dalla trascrizione della Sonata da chiesa a tre in La minore di Arcangelo Corelli op.3, intrisa di spirito barocco, la cui fortuna, non può esulare dalla capacità di inventare soggetti musicali, dotati di un forte potere di penetrazione sonora, ottenuto attraverso la valorizzazione dell'aspetto ritmico e della stringatezza dei temi.
Seguirà la Sonata “Oceano Nox” op.111, composta da Francio Kleynjans nel 1995 e dedicata all’Amsterdam Guitar Trio. Oceano di Notte è una pagina evocante immagini impressioniste che nascono da cascate di accordi, insieme a timbri e colori che solo baluginanti in un primo momento, si affermeranno in tutto il loro splendore. Erede artistico di Astor Piazzolla, Maximo Diego Pujol torna alle origini del Tango, con lavori ricchi di sfumature melodiche, che esaltano il potere espressivo della chitarra. I tre chitarristi proporranno “Fin de siglo”, un lavoro in cui l’autore riesce ad alternare con semplice raffinatezza i ritmi urbani del Tango alla malinconia della Milonga, alla ricchezza ritmica del Candombe. Un salto indietro con tre invenzioni a tre voci di Johann Sebastian Bach, pagine didattiche scritte per gli alunni e per i figli, che racchiudono scienza compositiva e valori estetici di assoluto valore, tanto da esser modelli imprescindibili di composizione, oltre che di studio. Opere, queste in cui Bach supera il modello della sonata a tre di origine italiana, che abbiamo ascoltato con Corelli, per fornire un impeccabile esempio di scrittura delle parti separate, utilizzando le forme del contrappunto, del canone e della fuga, con fantasia liberissima all’interno di una rigida costruzione logica. Seguirà il Rondò per tre chitarre composto da Paul Hindemith nel 1925. Ascoltare Hindemith sulla chitarra è cosa non comune e, pur non essendo, questo, uno tra i suoi lavori più celebri, se ne può apprezzare il linguaggio avanzatissimo e intrigante, unitamente a quello spirito anti-romantico che contraddistinse il compositore in quegli anni. La forma del pezzo è quella del rondò classico, e il linguaggio utilizza in piene libertà costruttiva elementi tratti dalla tonalità (triadi, scale, ecc.) miscelati sapientemente con procedimenti tipici del '900 (politonalità, giustapposizioni di blocchi accordali senza legami apparenti). Ritorno al classico con Aragon di Isaac Albeniz, una trascrizione dalla Suite Espanola, composta per pianoforte, in cui l’autore, rivolgendosi a quel dilettantismo colto e cosmopolita, offre particolare attrattiva attraverso i caratteri folclorici iberici e il suo particolare e affascinante colorismo. Ancora un balzo oltreoceano per una intensa milonga portena, Liliana, che il tanguero Jorge Cardoso ha dedicato alla sua cantante Liliana Rodriguez, prima di chiudere con Paulo Bellinati e il suo Baiao de gude, un latin brasiliano che strizza l’occhio al jazz, in chiave moderna.
Olga Chieffi
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