Raffaele Battiloro un compleanno in musica
Il pianista festeggia i suoi dodici anni, debuttando con l’orchestra Kysucka di Cadca che chiuderà martedì 19 la stagione dell’Associazione “A.Vivaldi” di Sapri.
Martedì musicale per Sapri, che parteciperà al gran concerto di chiusura della lunga stagione concertistica, che ci ha allietato per l’intero inverno, promossa dall’ Associazione “Antonio Vivaldi”, presieduta da Alessandra Maresca e diretta da Mariacristina Branda. Le due pianiste hanno giocato la carta dell’orchestra, offrendo l’opportunità ad un giovanissimo collega, il dodicenne Raffaele Battiloro, di debuttare e coronare il primo dei suoi sogni, proprio nel giorno del suo compleanno. Infatti, alle ore 19, i riflettori dell’auditorium delle Scuole Elementari “J.F.Kennedy” si accenderanno sull’ Orchestra slovacca Kysucka di Cadca, diretta da uno degli insegnanti di teoria e solfeggio del “G.Martucci” di Salerno, Enrico Volpe, che lì a Sapri ritroverà il suo collega Vincenzo Zupi Castagno, che accompagnerà il giovanissimo pianista di Torre del Greco, gemma incontrastata del magistero di Michele D’Ambrosio presso il Conservatorio “Gesualdo da Venosa” di Potenza, nel vivace e colorito concerto in Re Maggiore Hob.XVIII n°11, composto da Franz Joseph Haydn intorno al 1782. Quest’opera è caratterizzata da un sovente fraseggiare già tipico di Wolfgang Amadeus Mozart, ma con in più quella sapidità e corposità contadina che costituisce il fascino di tanta produzione del genio di Rohrau. Il virtuosismo del solista, evidente soprattutto nei due tempi veloci, non è mai fine a se stesso, ma giova a ricavare dallo strumento un eloquio espressivo, affatto personale. E se il Vivace bitematico, con il secondo soggetto confinato al solista, e l’ispirato Adagio, basato su di un dialogo tra il pianista e la formazione, su toni intimi, si collocano ancora sul piano dei primi concerti mozartiani del periodo salisburghese, il crepitante Rondò all’ongarese è certamente una pagina in largo anticipo sui tempi.
La serata principierà con il Divertimento per archi in Fa Maggiore K138 composto da Wolfgang Amadeus Mozart nel febbraio del 1772, una pagina dall’atmosfera generosa e vivace che è sempre quella della musica italiana, prediletta alla corte dell’Arcivescovo di Salisburgo. I tempi sono solamente tre un allegro, un andante e un presto, con l’anomalia dell’assenza del Minuetto, dall’organizzazione formale rigorosa e lontani dalla rudimentale tecnica degli sviluppi, che rivela già chiaramente le tendenze geniali della personalità di Mozart. A seguire, la più celebre delle Serenate mozartiane la K525 in Sol maggiore meglio conosciuta come “Eine kleine Nachtmusik”, composta nell’agosto del 1787. A dieci anni dall’ultimo omaggio, quasi magico appare questo inspiegato ritorno a un’opera di intrattenimento, come se Mozart avesse voluto profondere in un saggio perfetto tutti i segni caratteristici, i valori, i messaggi della serenata ideale, per lasciare intenzionalmente un capolavoro eterno di equilibrio e di eleganza, prima di accomiatarsi per sempre dall’antico genere salisburghese (o prima che il ricordo fosse inghiottito, come Don Giovanni, fra le fiamme del tempo). I quattro tempi della “NachtMusik”, appaiono, infatti, come la sublimazione, resa attraverso la forma più levigata e succinta possibile, dei movimenti rituali della Serenata: così la poetica e cullante Romanza, il robusto e vitale Minuetto, il delicatissimo Trio e il Finale ormai senza peso, sono assurti a simbolo storico di questa forma al di là del tempo.
Il finale del programma è stato affidato ad Eugene Suchon e alla sua Preletel Sukol, un chiaro omaggio che l’orchestra farà al pubblico di Sapri donandogli le note e il sentire del massimo autore slovacco, concludendo la serata con l’idioma musicale natio.
Olga Chieffi
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