IL TALENTO SLOVACCO DI ADAM MAREC
Doppio concerto per il chitarrista ospite domani di Don Antonio Cetrangolo presso la Casa Canonica di Scario e domenica 25 dell’Associazione “Antonio Vivaldi” a Sapri
Di Olga Chieffi
Doppio concerto per il virtuoso chitarrista slovacco Adam Merec nel golfo di Policastro: domani, 23 settembre, alle ore 20,15, si esibirà nella Casa Canonica di Scario, ospite del parroco Don Antonio Cetrangolo e della sua comunità, domenica 25, presso la sala concerti dell’Associazione “Antonio Vivaldi” in Sapri, alle ore 19, firmerà il preludio all’inaugurazione del lungo cartellone che ci accompagnerà sino alla prossima primavera.
La scaletta allestita dal chitarrista, sarà un viaggio appassionante tra ‘800 e ‘900,dove il solista si destreggia con grande versatilità di stili e di temi tra le culture musicali dell’Europa orientale, intrecciando pagine di compositori che hanno saputo guardare anche oltreoceano, in particolare al SudAmerica e alcuni grandi nomi di area francese e italiana. Il programma principierà con la Fantasie sur “Les Folies d’Espagne”, op.12 composta da François De Fossa, chitarrista francese di stanza in Messico Il tema di Les Folies d'Espagne non ha bisogno di presentazioni. Il tema della Follia ha seguito l'evoluzione della chitarra e degli strumenti ad arco fin dai primi tempi. Nella seconda metà del XVIII secolo, il tema è stato utilizzato in molti maestri di chitarra come un veicolo per l'insegnamento in particolare degli arpeggi, con un gran numero di varianti, ognuna in diverse formule. Il lavoro di de Fossa irradia una nuova luce sulle possibilità tecniche della chitarra, molto in anticipo sui suoi tempi. Essendo di origine catalana de Fossa per non tradire le sue origini aggiunge in conclusione di queste variazioni una Coda che è un tipica sardana, il ballo nazionale della Catalogna. Marec eseguirà poi la Volta dalla Renaissance Suite Song for Debbie di Stepan Rak, autore nato in ucraina ma slovacco d’adozione, prima di fare un passo indietro con Fernando Sor, forse, il più importante chitarrista dell’Ottocento, del quale ascolteremo lo studio op.6 n°11, una pagina che esalta alcuni motivi tecnici propri dello strumento, senza trascurare gli aspetti più squisitamente espressivi della musica. Omaggio al compositore ceco Petr Eben , reduce del campo di sterminio tedesco di Buchenwald e scomparso solo quattro anni or sono con la Danza, il canto e la toccata della sua opera Mare Nigrum, per poi ascoltare una miniatura di Kaspar Joseph Mertz, Abenlied unruhe dai Bardenklange, letteralmente i suoni dei Bardi, un brano di carattere descrittivo, che ci riporta a pensare a certa musica di Robert Schumann. Omaggio alla musica del Sud America con Agustín Barrios Mangoré e la sua Cancion de la re minore Hilandera scritta utilizzando la tecnica del tremolo, effetto che crea una ripetizione costante suggerente all'ascoltatore la costanza di una ruota che gira. Non ci spostiamo dall’asse Spagna-America Latina con “Platero y yo” la suite che Eduardo Sainz de la Maza ha dedicato all’asinello Platero cui il nobel Juan Ramòn Jimenez confidò i suoi più profondi pensieri, sentimenti e osservazioni sulla vita quotidiana del suo villaggio natale di Moguer nel Sud della Spagna.
Gran finale con Carlo Domeniconi e il suo pezzo più noto, Koyunbaba, scritto nel 1985. Il nome, letteralmente, significa "pastore", ma allude anche a molti altri significati, come, ad esempio, al nome di un mistico del XIII secolo in odore di santità, la cui tomba è decorata con pezzi di stoffa colorata dagli abitanti dei vicini villaggi, che invocano il suo aiuto in caso di problemi di famiglia.
"Koyunbaba" è il nome della famiglia dei suoi discendenti che ancora risiedono nell'area, ma è anche il nome di una regione arida e selvaggia della Turchia sud orientale. Secondo leggende locali, l'area sarebbe maledetta: le persone che avrebbero tentato di affittare o comprare la terra dalla famiglia Koyunbaba sarebbero morte o colpite da malattia. Domeniconi è stato ispirato per questa composizione da due esempi specifici: uno è quello di una donna tedesca che voleva conservare l'area nel suo stato incontaminato, che fu presto colpita da un cancro, l'altro di uno dei tre figli della famiglia Koyunbaba, che vendette all'improvviso una parte della terra, ma si suicidò per impiccagione. La pagina è intrisa di stilemi medio-orientali, che caratterizzano l’intero stile compositivo del chitarrista di Cesena.
Olga Chieffi
PROGRAMMA:
François De Fossa - Fantasie sur "Les Follies d'Espagne", op.12
Štěpán Rak - The Rennessaince SuiteSong for Debbie - Volta
Fernando Sor - Etude Concertante op. 6. n°11
Petr Eben - Mare Nigrum Danza - Canto - Toccata
Kaspar Joseph Mertz - Bardenklänge op. 13, n°2 Abendlied - Unruhe
Agustín Barrios Mangoré - Cancìon de la Hilandera
Eduardo Saìnz de la Maza - Platero y Yo Suite Platero - Paseo - La Azotea
Carlo Domeniconi - Koyunbaba | |